Cosa Facciamo
Le bomboniere solidali
Vuoi condividere la gioia di un momento di festa, un battesimo, un matrimonio, un sacramento, la sospirata laurea o il traguardo di un percorso di vita? L’occasione giusta è quella che unisce solidarietà e gioia condivisa. Le nostre bomboniere solidali sono frutto dell’impegno gratuito di alcune volontarie che offrono la loro abilità e manualità nel confezionare il giusto regalo per un momento di festa. Aderendo all’iniziativa della bomboniera della solidarietà proposta dal Telaio della Missione onlus, si può contribuire in maniera concreta al sostegno di un progetto missionario, offrire uno spunto di riflessione ai propri ospiti e rendersi artefici di un importante gesto di solidarietà. Moltissime le opzioni offerte, la possibilità di spaziare dall’oggettistica puramente religiosa a quella etnica, passando per il settore alimentare e a quello legato alla creatività di molti artigiani. Ogni bomboniera deve essere pensata, realizzata e donata in base alle esigenze di ognuno, mostrando il senso di gratitudine e di gioia per la festa condivisa. L’attività delle bomboniere solidali (oramai ventennale) contribuisce al sostegno dei progetti missionari proposti e il fulcro del nostro agire è la condivisione e la realizzazione di un ricordo che possa essere significativo. La gioia dei primi matrimoni da noi realizzati oggi diventa sempre più grande poiché da quei matrimoni oggi siamo chiamati ancora per festeggiare una nascita, una prima comunione o addirittura la sospirata laurea. Da parte nostra l’impegno di fornire un servizio professionale ed attento con l’elasticità di condividere e realizzare i sogni dei nostri amici: dal 2019 potrete trovarci anche sulla piattaforma di www.matrimonio.com con uno spazio tutto nostro.
I fiori nella liturgia: una proposta di riflessione
Introduzione
I fiori, con i loro variegati colori e fragranze influenzano e vengono influenzati dallo spazio e dal tempo in cui essi sono contestualizzati: spazio e tempo rappresentano le due coordinate essenziali per intendere il gesto liturgico. L’evento celebrato, il mistero pasquale del Cristo Risorto, si ripete a noi nel nostro spazio oltre il confine temporale non per rammentare, ma per essere ricelebrato con azioni ed opere nel quotidiano. Celebrare, dunque, significa ricongiungersi alla dimensione spazio-temporale dell’esperienza umana.
Dio ha posto la sua tenda, la sua dimora e, quindi, la Sua presenza, in mezzo a noi. Il mondo e l’uomo diventano tempio di Dio e la vita il sacrificio a lui gradito: il tempio, luogo in cui si riunisce l’assemblea dei credenti, è uno spazio di pietra che accoglie le pietre vive. Lo spazio liturgico viene così ad assumere caratteristiche sempre più proprie ed irrompe nel cammino ordinario del tempo dell’uomo per inserire il nuovo tempo di Dio. È quindi necessario all’interno del luogo liturgico, ricavare uno spazio liturgico: uno spazio che di per sé si fa rito, celebrazione, azione di Dio attraverso canali comunicativi e linguaggi tipici dell’essere umano. Per lasciarsi coinvolgere dal gesto liturgico e dai suoi punti e momenti focali, ove ogni cosa ha una propria dimensione e centralità, si deve ricorrere continuamente al valore che luoghi, oggetti e simboli posseggono. Appare necessario superare un pregiudizio piuttosto diffuso che ha una duplice valenza: la società odierna non ha bisogno di gesti e riti o, al contrario, questi debbano essere legati ad una ‘traditio’ che si permuta immutabile nel tempo. L’uomo postmoderno è vincolato nella sua azione a gesti, riti e simboli che si possono e si devono ricostituire nella lettura attuale del tempo storico in cui divengono concreti. Solo una visione miope di una fede vissuta più come tradizione, svincolata da un atto di preghiera e di assunzione a modello o stile di vita, vuole ancorarsi pervicacemente a gesti e simboli che non hanno più alcun significato, agli occhi dell’uomo. Versione intimista e tradizionalista sviliscono la carica del gesto liturgico.
Spazio e luogo
Già in epoca precristiana e, ancor oggi, in molte culture e tradizioni orientali, i fiori hanno rappresentato per l’uomo l’offerta da sacrificare a lode della deità. I luoghi delle celebrazioni sono sempre stati immaginati come giardini ricchi di fiori e carichi di frutti, spazi in cui la natura viene ricondotta, attraverso la mano dell’uomo ad uno spazio di cultura, non più lasciato al caso, bensì reinterpretata attraverso la dinamica del gratuito ovvero la realtà che di per sé non ha altra utilità se non la comunicazione a Dio e del suo mistero, di un’offerta spontanea. Già dunque negli spazi basilicali ritroviamo il richiamo alla natura: capitelli, colonne, pavimenti, pareti e absidi riccamente definite con elementi floreali. Viti, foglie, fiori, palme, datteri, melograni, significano la nuova vita che scaturisce dal sangue versato sull’altare; acqua battesimale che rigenera e feconda terra e spirito e dà origine alla nuova vita nella fede di cristo, l’incontro con il Vivente.
La dimensione naturale irrompe nella ritualità e si combina con la frammentazione della vita umana: esprime dolore, gioia, festa, lutto, rappresenta onore, ringraziamento, devozione. Celebra le stagioni dell’animo e della vita umana. La bellezza dei fiori, dei rami, delle foglie riesce ad esprimere la sintesi più pulita di un processo non verbale che affonda le sue radici in sentimenti ed emozioni difficilmente esplicabili con il semplice linguaggio verbale.
In tal senso la Chiesa ha sempre accolto con dinamicità e favore l’uso dei fiori e delle piante durante le celebrazioni. Si è giunti a chiare e preziose indicazioni che non limitano l’uso dei fiori, ma che lo canalizzano in senso più proprio e consono: “nell’ornare l’altare si agisca con moderazione. Nel tempo di Avvento sia ornato di fiori con quella misura che conviene alla natura di questo tempo, evitando di anticipare la gioia piena della natività del Signore. Nel tempo di Quaresima è proibito ornare l’altare con i fiori. Fanno eccezione le domeniche in Laetare, le solennità e le feste. L’ornamento dei fiori sia sempre misurato e piuttosto che sopra la mensa dell’altare, si disponga attorno ad esso”.
L’altare dunque è il centro del convivio sacrificale nel quale la Chiesa si associa all’offerta di Cristo, cuore di tutto lo spazio e centro della vista. La sua direzione versus populum sottolinea il segno scelto da Gesù per la Sua donazione, ossia il pasto comunitario. L’altare, come memoria architettonica non può essere svilito a mero supporto di oggetti, ma deve mantenere la sua nobile dignità di spazio liturgico in cui si celebra l’Eucarestia. Bisogna evitare di cadere nel rischio di trasformarlo in un supporto per esibire abilità e opulenza dell’allestimento floreale. Di conseguenza esso dovrà essere, secondo la scansione del tempo liturgico, più o meno utilizzato come spazio decorativo; rappresenterà il luogo in cui far convergere tutto lo spazio liturgico. Un altro luogo della celebrazione è l’ambone, luogo della Parola e dell’annuncio, vero e proprio monumentum resurrectionis, il luogo in cui da sempre è stata annunciata la Resurrezione, pietra del sepolcro vuota. Deve essere dunque uno spazio liturgico che rappresenti dignitosamente il luogo da cui Dio parla al Suo popolo. I fiori devono riprodurre e contornare il giardino della risurrezione nella varietà dei colori e delle forme, facendo da sfondo alla verticalità del cero pasquale, colonna di fuoco che guida il popolo di Dio alla salvezza.
Il fonte battesimale in fine è il luogo della rinascita, il grembo della Chiesa in cui rinascere come credenti. Per questo, in base alle norme introdotte dalla riforma liturgica del Vaticano II, questo spazio dovrà essere ornato (specialmente nella Pasqua), con particolare cura, ricchezza e pienezza.
Accanto ai punti già identificati occorre ricordare anche altri luoghi in cui creare lo spazio per la liturgia: la porta. È la soglia il luogo che demarca lo spazio. Dentro ed il fuori. L’appartenenza a Dio, alla sua Chiesa, la vita quotidiana e lo spazio per il sacro. Passare per la porta significa compiere l’evoluzione, la trasformazione data dall’incontro con il Salvatore. Passare questo varco significa riconciliarsi con Gesù, incontrarlo, celebrarlo. È uno spazio che va adeguatamente addobbato poiché io sono la porta: se uno entra, attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo”. Da rammentare il ruolo svolto dalla Porta Santa, al rito del passaggio attraverso cui si adempie ad uno dei precetti previsti per l’anno santo. Si potrebbero però sottolineare molti altri momenti di “passaggio” attraverso la porta che si celebrano nelle nostre liturgie come ad esempio l’ingresso per il battesimo, il matrimonio, le processioni solenni, la processione delle Palme ed in fine, il commiato ad un defunto.
L’assemblea, raccolta nella navata della Chiesa, è parte del momento liturgico, spazio in cui il gregge si riunisce per l’ascolto, per la preghiera, per muoversi in processione e per porgere gesti di supplica e partecipazione al Pane della vita. A questo spazio, ordinato, pulito, raccolto, va dato il giusto risalto anche attraverso l’ornamento floreale che deve rimanere sobrio soprattutto sulle pareti, colonne o altari laterali. La decisione di porre o meno enfasi a questi luoghi può essere suscettibile a variazioni e cambiamenti a seconda del momento e della grandezza della navata. Va dato giusto risalto soprattutto nella solennità di Natale e Pasqua, ma anche in occasione di Tutti i Santi, la festa del santo patrono o l’anniversario della dedicazione della Chiesa.
La croce: è la sintesi perfetta del sacrificio salvifico di Cristo. Va posta in modo ben visibile accanto all’altare. È superfluo moltiplicare questo segno a dismisura. In tal senso le va sempre attribuito un ruolo di unicità e centralità poiché rappresenta il segno della vittoria pasquale. Ornata o fiorita è il segno del Cristo Invincibile e quindi, in quaresima, va lasciata spoglia mentre dovrebbe rappresentare l’albero nuovo e carico di fiori e frutti salvifici, nel periodo pasquale.
Le immagini di Maria e dei Santi che da sempre accompagnano il cammino del popolo di Dio, rappresentano i testimoni fedeli della fede: in un processo di esaltazione di queste figure bisogna rammentare che esse non devono oscurare la centralità del mistero di Dio. Decorare le immagini con elementi floreali è doveroso e necessario in occasioni riservate dalla liturgia.
Suggerimenti
Proporre un addobbo per una specifica liturgia, significa innanzitutto conoscere questa liturgia: ciò permette di avere una visione d’insieme di tutti gli elementi che fanno parte di quella liturgia, non solo i fiori, ma anche la musica, i gesti, i simboli… Un’altra considerazione da farsi è legata al tempo non solo liturgico, ma anche alla stagione in cui essa si svolge, ivi compreso l’orario in cui viene celebrata. Giorno, o sera, estate o inverno sono tempi e momenti molto differenti e con essi si deve trovare un’assonanza: sono i ritmi del tempo cronologico e liturgico a conferire forma spirituale alla comunità riunita. In tal senso si deve superare la tendenza ad avere uno stesso decoro o arredo floreale che possa abbinarsi indistintamente della celebrazione. Ogni frammento temporale deve trovale la giusta contestualizzazione cromatica e formale.
Di contro, a questa continuità troppo uniforme, bisogna pur criticare l’eccesso nelle scelte e nelle decorazioni che potrebbero scadere nell’allegoria. Va ovviata la tentazione di rendere il tutto una spettacolarizzazione dell’evento ricorrendo a colori, numeri, forme e attribuendo ad ogni elemento un significato specifico avulso dal contesto. Celebrare non significa ripercorrere in modo grottesco una rappresentazione scenica adatta ad altri luoghi e contesti, non di certo liturgici. Deve invece emergere la definizione dello spazio, la sua ritualità e la capacità di coinvolgimento, uno luogo arredato con gusto che sappia parlare all’uomo che lo abita, lo vive e lo celebra. In questo contesto l’impiego di fiori nella liturgia e l’arte di saperli disporre, oltre a contribuire a rendere ancora più piacevole lo spazio della preghiera, assume la possibilità per l’uomo di rammentargli di essere parte di un movimento di lode che sale a Dio, nel quale tutte le creature, lo spazio e i simboli, vengono convolti. Questo difficile equilibrio è un percorso che va intrapreso sia dal professionista che propone un addobbo, ma anche da chi presiederà o si occuperà della liturgia: nel costante dialogo e confronto si possono creare le sinergie necessarie per poter compiere in modo credibile ed impeccabile il compito di preparare una liturgia.
ADDOBBO FLOREALE:
UNA PROPOSTA SOLIDALE PER LA LITURGIA
“Possano i fiori accompagnare il tuo cammino e la luce del sole illuminare la tua giornata.
Possano i canti degli uccelli rallegrare ogni passo del tuo cammino.
Possa un arcobaleno muoversi con te in un ciel che è sempre più azzurro e possa la felicità riempire il tuo cuore, ogni giorno, per tutta la vita” (benedizione tradizionale irlandese)
L’utilizzo dei fiori:
I fiori sono a servizio della liturgia, contribuiscono alla bellezza delle celebrazioni e ci trascinano nella comunione con il Dio d'amore che è "la bellezza di ogni bellezza" (Sant'Agostino). La cura della chiesa, i fiori, le luci, devono rappresentare la lode a Dio. Sono i simboli della nostra lode, della nostra preghiera, del nostro pensiero per Lui. I fiori più belli non devono solo abbellire, ma sussurrarci la presenza di Dio, non riempiono spazi vuoti, o a sottolineano la magnificenza di un luogo, ma devono riempire il cuore di chi li guarda. Non servono ad apparire, ma si fanno essenza di lode, parlano di Dio. È importante quindi scegliere i fiori e disporli avendo ben chiaro il significato di lode e di preghiera come fossero un coro angelico che sta cantando, lodando e benedicendo Dio, con Dio al centro. Chi li vede, deve rivolgere il suo sguardo al Signore. Devono essere segnali del nostro andare verso Dio e del Suo avvicinarsi a noi come Sue braccia aperte per accoglierci. Nell’addobbo floreale inoltre si possono inserire altri elementi decorativi che facciano riferimento a simboli che richiamano al Vangelo della domenica oppure alla festa o solennità liturgica che si vuole celebrare: per questo sarebbe buon uso quello di richiamare con le cromie il colore liturgico che si va a celebrare.
La proposta
Grazie alla collaborazione di Camillo Rota, fiorista professionista volontario dell’Associazione Il telaio della Missione onlus, si vuole proporre, nello spirito della collaborazione laicale all’interno della Chiesa, un servizio professionale ad uso della liturgia delle comunità della Diocesi di Bergamo, attraverso la proposta di addobbo floreale solidale. Nella tradizione millenaria della Chiesa l’uso del fiore è diventato consuetudine per celebrare e segnare i diversi tempi liturgici: l’idea di poter offrire questo servizio ponendo un valore etico al lavoro prestato, vuole essere un segno concreto di solidarietà nello spirito di una chiesa che aiuta la Chiesa. Questo progetto si adegua alle normative e alle indicazioni della liturgia unitamente alle esigenze e ai progetti delle comunità parrocchiali che ne faranno richiesta. Un addobbo floreale che si prefigge di sostenere l’opera missionaria di suor Graziella Dolci in Uganda in favore della comunità di Apetolim – Uganda per la costruzione di una scuola.
Come aderire
Contattando l’Associazione il telaio della missione (tel. 3475451774), con un preavviso di almeno 20 giorni rispetto la data della celebrazione, si fisserà un appuntamento per comprendere le diverse esigenze che il luogo e la celebrazione necessitano; si provvederà, se necessario, ad un sopralluogo al fine di poter fornire un progetto floreale adatto; successivamente verrà rilasciato un preventivo. Dopo l’accettazione e la realizzazione dell’addobbo, si provvederà al pagamento delle spettanze all’Associazione che rilascerà regolare fattura. Detratti i costi delle materie prime, il ricavato verrà destinato al sostegno del progetto “
Cosa è il Panettone Solidale ?
Da oltre 15 anni nel periodo natalizio proponiamo ai nostri sostenitori l’idea regalo del Panettone della Solidarieta per gioire del Natale con parenti, amici e persone lontane che vivranno grazie ad un nostro gesto solidale, ina gioia ancora più grande. Da tempo il nostro panettone si distingue per la grande qualità del prodotto tipico della nostra produzione italiana, unito all’elegante ed originale confezione che ogni anno viene proposta in colori, materiali e gadget sempre nuovi e differenti. Un lungo processo che inizia già dai primi mesi dell’anno, quando iniziamo a definire il packaging del panettone attraverso una minuziosa e meticolosa ricerca di oggetti sempre nuovi che possano avere una vita oltre il momento del natale. Abbiamo spaziato attraverso molteplici proposte originali ed uniche arricchite da una confezione il cui incarto varia a seconda delle tendenze del momento. Prosegue poi la fase di preparazione dei materiali necessari per allestire il dolce natalizio già dai primi mesi di aprile e per tutta l’estate. Allo scoccare dell’autunno mobilitiamo una volonterosa squadra di volontari e volontarie che per il mese di ottobre e novembre sono impegnate nel lungo lavoro del confezionamento a mano di ogni dolce. Segue poi la fase di prenotazione, gestione e consegna della merce; al termine delle festività vengono chiusi i conti e destinati i fondi al progetto individuato e…si ricomincia da capo!
La proposta è rivolta sia ai singoli utenti, che alle aziende o professionisti garantendo puntualità e qualità, ma offrendo anche gli strumenti fiscali per la detrazione del costo sostenuto. A seguito di un pagamento tracciabile, si rilascerà regolare ricevuta/detrazione da allegare al proprio bilancio.
Per l’edizione 2019 abbiamo riscosso un grande successo superando i 5500 pezzi venduti con un ricavo complessivo delle altre iniziative sociali per un totale di 25 mila euro donati al progetto “Apetolim – costruzione della scuola - Uganda”. Questa lunga catena di passaparola e amicizia ci auguriamo possa crescere sempre più: da parte dell’associazione la grande disponibilità dei volontari che gratuitamente offrono il loro lavoro. Una significativa novità in vigore dall’ultima edizione è la possibilità di personalizzare il dono con prodotto specifico e con caratteristiche precise (solo per determinate quantità).
Il panettone: una scelta di altissima qualità
Il nostro panettone nasce dalla collaborazione con la ditta La Torinese, oggi parte del gruppo Borsari, sinonimo di altissima qualità. Il segreto di un buon prodotto sta nel suo ciclo produttivo che si svolge nell'arco di 3 giorni di produzione escludendo le fasi di preparazione lieviti, creme, coperture. E’ importante capire come nasca questo “gioiello di pasticceria” attraverso un racconto che si dipana lungo più giorni. Primo giorno, ore 17: preparazione primo impasto "bianco” all'interno delle impastatrici Kemper farina, zucchero, burro, tuorlo, lievito naturale, acqua per circa 15/18 minuti ottenendo circa kg. 260 di impasto. Questo impasto viene poi suddiviso in appositi contenitori e portato alla cella di lievitazione statica dove lievita per circa 10 ore alla temperatura controllata di 26°.
Il secondo giorno alle ore 7 la pasta lievitata tutta la notte viene riportata al reparto impasti per il secondo e definitivo impasto. All'impasto preparato vengono aggiunti: farina, uvetta sultanina lavata , zucchero, burro, tuorlo, canditi misti, emulsione di monodigliceridi, sale, latte magro in polvere, aromi e dopo 20 minuti si ottiene un impasto di circa kg. 265. Il preparato viene poi convogliato alla spezzatrice volumetrica che lo dividerà in pezzi da 1080 gr. Dopo il controllo peso il panettone va in cella di prefermentazione dove resta circa 30 minuti a una temperatura di 28° ed un'umidità dell'80-85%. All'uscita il panettone viene arrotondato nella "pirlatrice" e viene poi posizionato nei "pirottini" di cottura ed inviato nella cella di lievitazione finale da dove uscirà dopo 7 ore (l'ambiente interno alla cella è di 37° e con 90-95% di umidità). Ore 15: Il prodotto all'uscita della cella di lievitazione è convogliato al forno dove prima della cottura subisce l'operazione di scarpatura (incisione leggera a forma di croce sulla calotta che permette l'ultima e definitiva lievitazione). La cottura del panettone dura 54 minuti a tre temperature diverse, la prima parte del forno ha una temperatura di 160° per permettere l'ultima lievitazione, la parte centrale (cottura) a 210/220°, la parte finale (asciugatura) a 180°. Ore 16: una volta cotto, il panettone viene convogliato al trasportatore di raffreddamento dove "stagiona" per circa 15 ore. La fase del raffreddamento è necessaria in quanto il prodotto all'uscita del forno ha una percentuale molto alta di umidità che se venisse imbrigliata in sacchetto, creerebbe all'interno vapore acqueo, che raffreddato e ridiventato H2O creerebbe seri problemi alla conservazione del prodotto. Il terzo giorno alle ore 17 Il panettone, ormai raffreddato, viene insacchettato con l'inserimento di circa 5 cc. di alcol come antimuffa (come disposto dalla normativa vigente). Viene poi così confezionato nei vari tipi richiesti e portato in magazzino per lo stoccaggio.
E’ importante sottolineare che il prodotto finale è frutto di un lungo processo produttivo sia di ricerca di materie prime di primissima qualità, sia nella cura della lavorazione, ma, soprattutto, grazie al preziosissimo LIEVITO DI PASTA MADRE che l’azienda custodisce sin dai primi anni ’30. E' proprio la fermentazione lenta e di lunga durata che permette la formazione di metaboliti che nella successiva fase di cottura impartiscono ai prodotti gusto, sapore, digeribilità, fragranza e conservazione. A custodire tale “segreto” vi è una figura professionale appositamente istruita affinché lieviti siano sempre ben conservati ed estremamente “attivi”.
Regalo Solidale
Da oltre 15 anni siamo presenti presso il Centro Commerciale ORIOCENTER di Bergamo, con uno stand dedicato alla promozione e sostegno di progetti missionari legati all’infanzia, attraverso la condivisione degli stessi e al loro sostegno con una vendita di prodotti dedicati al Natale. Per l’occasione presso il nostro punto di incontro e raccolta fondi, promuoviamo presso i nostri sostenitori l’acquisto di un presepe artigianale proveniente da molte parti del mondo, prodotto in modo artigianale ed accurato. A questa lunga e laboriosa raccolta che impegna i nostri volontari tutto l’anno, abbiamo anche deciso di arricchire l’offerta con prodotti dal gusto tradizionale e dai materiali più svariati per poter, con un piccolo gesto, offrire la possibilità di dire “Auguri” con i colori della missione. Dall’Avvento 2020 sarà possibile anche trovare i nostri regali natalizi e i nostri presepi etnici e della tradizione anche presso il nostro nuovo punto vendita. A questo aggiungiamo anche la nostra disponibilità a sostenere gruppi, associazioni, parrocchie, oratori, aziende o professionisti personalizzando e “brandizzando” ogni oggetto, per renderlo unico e personale. Chiunque fosse interessato ad un acquisto o a progettare con noi un segno di condivisione e partecipazione ci può contattare per pianificare una proposta il più vicina alle esigenze di tutti.